Informativa azioni a tutela del Personale appartenente all’Arma dei Carabinieri con mancata costituzione del c.d. “ruolo tecnico”

Informativa azioni a tutela del Personale appartenente all’Arma dei Carabinieri con mancata costituzione del c.d. “ruolo tecnico”

21 gennaio 2019

Come è noto, da decenni, le attività svolte nei laboratori di biologia, chimica, balistica, dattiloscopia giudiziaria e preventiva, fonica, grafica e audiovideo, informatica, dei reparti investigazioni scientifiche (RIS) dell’Arma dei Carabinieri (Roma, Messina, Parma e Cagliari) si concretizzano in complessi accertamenti forensi di laboratorio.

In analoghe strutture di altre forze armate, sia nazionali (Polizia di Stato) che estere, anche in aderenza alle normative di legge che regolano le professioni di biologo, di  chimico, fisico, ingegnere informatico, il personale è suddiviso in due livelli: carriera direttiva (personale laureato quinquennale/magistrale) e personale esecutivo (diplomati/laurea breve triennale). Le differenze tra le due categorie consistono in un diverso inquadramento stipendiale/progressione di carriera e, conseguentemente, in una diversa responsabilità relativamente alle attività tecniche svolte. In altre parole, i tecnici non laureati svolgono varie attività, anche complesse, e redigono/firmano un rapporto finale che registra le attività svolte in laboratorio, corredando con report analitici.

Al personale laureato, inquadrato nelle carriere direttive, compete la valutazione di tutta la documentazione prodotta nel corso delle analisi, la refertazione finale e la firma delle relazioni tecniche che verranno trasmesse all'Autorità richiedente. 
Tuttavia, tutto ciò non avviene nell'Arma dei Carabinieri.

Infatti, l'onere dell'esecuzione di tutte le prove di laboratorio, la valutazione/interpretazione dei risultati analitici e la redazione/firma delle relazioni tecniche sono devolute ai ruoli esecutivi dei marescialli, mentre gli ufficiali appongono un visto sulla relazione tecnica sulla quale, però, è chiaramente indicato che sia le analisi che le relative valutazioni, ossia le conclusioni, sono state effettuate dall'analista maresciallo.

Peraltro, diversi marescialli sono in possesso di laurea, quindi impiegati per compiti superiori al proprio livello di inquadramento e retributivo.

Nel servizio di polizia scientifica della Polizia di Stato la corrispondente attività, attribuita nei Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri all'analista di laboratorio, viene svolta da personale inquadrato nella carriera direttiva.

Difatti, tutto il comparto della polizia scientifica (ma anche nella polizia penitenziaria) è inquadrato nel «ruolo tecnico», che prevede quattro distinte figure professionali, cui competono mansioni/responsabilità ma anche livelli retributivi e di progressioni di carriera sensibilmente diversi tra loro.

Disparità di trattamento a danno del Personale del RIS dei Carabinieri

Di contro, al personale in possesso di laurea specialistica in biologia, chimica e fisica, o di titolo equipollente, in servizio presso il RIS, che in totale autonomia svolge funzioni complesse (analisi, valutazione dei risultati e redazione/firma della Relazione tecnica per l'A.G.) non vengono attribuite le qualifiche previste ai direttori tecnici nella corrispondente funzione della Polizia di Stato.

Il tutto con una evidente disparità di trattamento sia di ordine economico, che di avanzamento di carriera a danno del Personale del RIS dei Carabinieri.

Disparità di trattamento che ha assunto toni mortificatori di penalizzazione per la progressione di carriera consolidatasi, soprattutto dovuta dalla sperequazione creatasi a seguito soppressione del Corpo Forestale ed il transito obbligato degli ex Forestali nei Carabinieri.

Infatti con tale provvedimento sono state assorbite figure professionali civili definite di alta specializzazione tecnico-scientifica che all’atto dell’inquadramento sono state collocate in posizione gerarchica apicale per il ruolo di appartenenza a prescindere dell’anzianità di servizio e del profilo d’impiego.

Ebbene, per tale Personale dell’Arma dei Carabinieri, anche alla luce della recente formalizzazione delle procedure organizzative e mansionari, ove viene attestato l’espletamento di tali attività (seppure in assenza di riconoscimento del c.d. “ruolo tecnico”), lo Studio Legale Pellegrini Quarantotti sta predisponendo le seguenti iniziative di tutela:

istanza / diffida all’Amministrazione, volta ad ottenere il riconoscimento del c.d. “ruolo tecnico”, con ogni conseguenza stipendiale e di progressione di carriera, unitamente al risarcimento del danno e le differenze retributive per l’attività pregressa;

denuncia / reclamo alla Commissione Europea, volta a fare avviare una procedura formale di infrazione nei confronti dello Stato Italiano e, quindi, a conseguire quanto sopra.

sollecitazione alla emanazione di norme legislative e/o regolamentari, anche attraverso la redazione e/o impulso di interrogazioni ed altre istanze parlamentari, volte a sanare tale situazione di illegittimità e di disparità di trattamento.

Il Personale dell’Arma dei Carabinieri interessato a tali iniziative può compilare il modulo di procura da scaricare cliccando qui e reinviarlo allo Studio Legale Pellegrini Quarantotti scansionato a mezzo email a segreteria@studiolegalepellegriniquarantotti.it unitamente alla fotocopia di un documento di identità.

Il costo per l’iniziale attività di diffida da parte dello Studio Legale è pari ad Euro 50,00 (compresi accessori di legge Cassa Forense al 4% e IVA al 22%), con partecipazione minima di 30 soggetti.

Il pagamento dovrà essere corrisposto contestualmente all’invio della procura allegata e potrà essere effettuatoa mezzo bonifico bancario, sulle seguenti coordinate: Fineco Bank, conto corrente intestato ad Avv. Cristiano Pellegrini Quarantotti, Codice IBAN: IT08W0301503200000003257418.

Per eventuali ulteriori informazioni è possibile inviare una email a: segreteria@studiolegalepellegriniquarantotti.it  

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