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La Banca d’Italia ha recentemente bandito un concorso pubblico finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 76 Esperti in diverse discipline (18 Esperti con orientamento nelle discipline economico-aziendali, 10 Esperti con orientamento nelle discipline economico-finanziarie, 32 Esperti con orientamento nelle discipline giuridiche, di cui 15 per le esigenze delle Segreterie tecniche dell’Arbitro Bancario Finanziario, 10 Esperti con orientamento nelle discipline statistiche e 6 Esperti con orientamento nelle discipline economico-politiche), con termine per l’invio delle domande di partecipazione fissato al 5 febbraio 2018.
Nonostante i posti banditi abbiano ad oggetto un’ampia gamma di specializzazioni e siano quindi riservati ad un folta platea di candidati, la Banca d’Italia ha contraddittoriamente ritenuto di inserire tra i requisiti di partecipazione al concorso il possesso di laurea magistrale/specialistica, conseguita con un punteggio di almeno 105/110 o votazione equivalente.
Ma al riguardo occorre considerare che l’inclusione del voto minimo di laurea tra i criteri di partecipazione al concorso risulta evidentemente contrastare con i principi costituzionali di parità tra i cittadini (art. 3), di uguaglianza nell’accesso agli uffici pubblici (art. 51) e di accesso mediante concorso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni (art. 97), come stabilito da diverse recenti pronunce del Giudice Amministrativo (anche nei confronti della stessa Banca d’Italia).
Con riferimento a tale aspetto, il Giudice Amministrativo ha più volte affermato che il voto di laurea non rappresenterebbe un indice attendibile della preparazione del candidato, proprio in quanto dipendente da un rilevante numero di variabili ed in considerazione, altresì, dell’eterogeneità delle lauree solitamente ammesse ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici; d'altronde la questione del valore legale dei titoli di studio - e non solo nello specifico della laurea - nell’ambito dei concorsi pubblici sia quale requisito di accesso alla procedure sia in ordine alla rilevanza del relativo voto ai fini dell’attribuzione di un punteggio per la relativa specifica voce, è da tempo all’attenzione delle autorità di governo ai fini di un ripensamento dell’intera normativa.
Per tale motivo, negli ultimi anni sono stati emessi numerosi provvedimenti di ammissione ai concorsi pubblici di laureati con voto di laurea inferiore a 105/110, che nei casi di superamento delle prove concorsuali, hanno avuto la possibilità di instaurare un regolare rapporto di lavoro con la p.a.
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Tutto ciò premesso, lo Studio Legale Pellegrini Quarantotti sta predisponendo ricorsi individuali e collettivi finalizzati a permettere la partecipazione al concorso indetto dalla Banca d’Italia ai soggetti interessati con voto di laurea non inferiore a 105/110.
Per richiedere maggiori informazioni è possibile inviare una email, con i propri recapiti, a [email protected], entro martedì 30 gennaio p.v.